Tommaso e Matteo Biazaci sono due fratelli pittori attivi tra la seconda metà del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento, in un vasto territorio compreso tra le valli e le pianure del Cuneese e il Ponente ligure, nell’area tra Imperia e Albenga. Nativi di Busca (Cn), operarono soprattutto come frescanti, decorando chiese e cappelle della zona con dipinti dalla forte impronta devozionale, ma furono autori anche di polittici. Il linguaggio biazaceo, equilibrato e di felice vena narrativa, reso accattivante dalla luminosità delle tinte e dalla dolcezza delle fisionomie dei personaggi, era funzionale alla comunicazione di chiari messaggi didascalici, spesso legati all’ars bene vivendi e alla spiritualità francescana. Pur segnati da retaggi tardogotici, i Biazaci si aprirono a suggestioni più aggiornate, grazie all’influsso dell’arte nizzarda e provenzale e in seguito anche della corrente rinascimentale lombarda conosciuta in Liguria. Gli artisti con i quali entrarono in contatto e che presentano affinità con il loro stile sono soprattutto Giacomo Durandi, Giovanni Baleison, Giovanni Canavesio, il Maestro del Polittico di Boston, Giovanni Mazone e Carlo Braccesco.

Frutto di un lavoro pluriennale e della collaborazione tra studiosi piemontesi e liguri, il libro delinea la riscoperta critica dei Biazaci, l’ambiente storico-culturale e artistico in cui si formarono e operarono, ricostruisce un percorso della loro attività, analizza le iconografie, le fonti letterarie di riferimento e le tecniche esecutive dei loro dipinti. A ciascuna opera assegnabile ai pittori è riservata, nella seconda parte del volume, una scheda di approfondimento e non manca un capitolo sulle attribuzioni non condivise e una ricchissima bibliografia. Tra le maggiori novità della pubblicazione si possono citare lo studio degli affreschi di Villa Elisa a Busca e di quelli, inediti, dell’ex chiesa di San Paolo a Caraglio, oltre che l’inclusione nel catalogo dei fratelli buschesi della decorazione della cappella di San Sebastiano a Diano Castello; nell’ambito delle opere su tavola, di particolare rilievo è l’indagine sul polittico di San Sebastiano e sui due scomparti con l’Incoronazione e l’Assunzione della Vergine. Da citare è inoltre il capitolo sulle tecniche esecutive, in cui Alessandra Perugini, responsabile dei restauri di due opere fondamentali dei Biazaci (gli affreschi della cappella attigua al santuario della Madonna degli Angeli a Cuneo e gli imponenti cicli nel santuario ligure di Nostra Signora delle Grazie a Montegrazie), offre uno spaccato stimolante e ricco di spunti delle pratiche operative della bottega. Ma gli aspetti inediti del libro sono innumerevoli, spaziando da nuove analisi iconografiche a letture più approfondite di problemi stilistici e cronologici, che consentono nell’insieme di fornire un’immagine più completa della personalità dei pittori buschesi, inseriti nel contesto della cultura ligure-piemontese dell’epoca. Ambiente del quale si propone a sua volta una visione aggiornata e articolata, prendendo in considerazione anche opere sinora trascurate, con inedite attribuzioni e indagini. Il volume, prima monografia dedicata ai Biazaci, è stato presentato in diverse località del Cuneese (Busca, Brossasco, Cuneo, Saluzzo, Dronero, Sampeyre, Casteldelfino, Acceglio), ad Albenga (presso l’Istituto Internazionale di Studi Liguri) e a Torino (al Circolo dei Lettori). Insignito nell’agosto 2013 del Premio Anthia – Libro Ligure dell’Anno 2013, Tommaso e Matteo Biazaci da Busca è presente presso importanti biblioteche e istituzioni culturali in Italia e all’estero (come in Francia, Germania e negli Stati Uniti). Il progetto sembra dunque riuscito a coniugare l’attenzione per il territorio, con lo scopo di valorizzare e far conoscere testimonianze artistiche e storiche non ancora adeguatamente note, e la validità scientifica, senza rinunciare a un approccio divulgativo che può far apprezzare il testo anche a un pubblico non specialistico.