Roma, carcere di Regina Coeli: 1 gennaio 1982. Davide Galanti, giornalista mancato, sconta gli ultimi giorni di detenzione. In prigione si è distinto per la sua intelligenza e bontà, tanto che la domanda ricorrente tra i suoi compagni di cella è: “Come ha potuto un uomo così avere grane con la giustizia?” Tutto ha inizio per un libro ritrovato dodici anni prima tra gli scaffali impolverati di un archivio. Un manoscritto contenente curiose parole difficilmente correlabili tra loro: treno… ma­sche… streghe… fuochi… omicidio… fascismo… podestà… mistero. Stuzzicato dalla curiosità Davide inizia a leggerlo. Comincia così un malvagio gioco… un correre “a mosca cieca”.