In un periodo di riflessione l’Autore è ritornato con la memoria ai suoi anni della fanciullezza e della gioventù vissuti nel paese natio; e il paese è un microcosmo con le sue istituzioni, i suoi riti, le sue funzioni, le sue feste, gli usi consolidati da generazioni: un sito ove tutti si conoscono; di questo scenario vengono restituite situazioni e atmosfere di un periodo del recente passato, ormai fluite nei ricordi e nella nostra piccola, ma per noi importante Storia.
L’ambiente è a volte avvertito come apportatore di disagio, estraneo, indecifrabile e a tratti persino ostile; ma da questo humus, percepito e vissuto tra contrapposti sentimenti, emergono i ricordi di persone che Fabrizio Pellegrino ha incontrato e conosciuto: c’è il barbiere che con i suoi discorsi e con i suoi silenzi sa attrarre e gestire gli umori della clientela, c’è il ristoratore che affascina e incanta con le sue proposte enogastronomiche, la commerciante che guida gli acquisti anche delle clienti più ostiche, il cavaliere che per ingenuità corre incontro alla rovina, il maestro che con delica­tezza capisce, la professoressa che consiglia, l’amica che scuote, i compagni di scuola, il calzolaio, la pittrice, il tipografo, il fotogra­fo…
Tutta una serie di presenze, ognuna delle quali ha, per la sua parte anche minima, contribuito a costituire il tessuto, l’anima del paese; figure che per alcune loro caratteristiche sono rimaste im­pres­se nella memoria e che sono diventate come specchi nei quali lo scrittore ha creduto di vedere qualche riflesso della sua vita e della sua personalità.
Ci sono vincitori e vinti. Di tutte queste persone, amalgama, come tutti gli esseri umani, di virtù e di errori, di bene e di male, l’Autore, proseguendo l’operazione già intrapresa con il precedente volume Il camion giallo, con una singolare acutezza psicologica, ha voluto e saputo individuare i sentimenti più profondi e cogliere gli aspetti più positivi, gli unici che possono valorizzare ed eventual­mente riscattare l’esistenza di una vita; e questo viaggio nella memo­­ria è la continuazione di un percorso di presa di coscienza di sé, di un cammino terapeutico, catartico e liberatorio.

(dalla Presentazione di Adriano Armando)