Le celebrazioni ufficiali per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia rappresentano un’occasione ideale per rileggere poesie dell’epoca risorgimentale, dal Piemonte alla Sicilia. Nel processo di unificazione, infatti, la letteratura ha rivestito un ruolo di primo piano: in tempi in cui la scrittura deteneva ancora il potere d’incidere sulla vita pubblica, sono state soprattutto le opere dei nostri scrittori, mandate a memoria e spesso trasmesse clandestinamente dai patrioti, a formare i primi tratti di una coscienza nazionale. Questo dato di fatto dovrebbe indurre a riconsiderare con un certo interesse gli esiti di un periodo della letteratura italiana che viene generalmente descritto in termini negativi. Questa antologia affronta la questione da un punto di vista solo apparentemente parziale: la figura dell’esule politico è al centro di una rete tematica che, in poesia più che nel romanzo, costituisce una sorta di mitografia del Risorgimento.
Il curatore
Alessandro Viti (1978) collabora con l’Università di Siena, presso la quale ha conseguito il Dottorato di Ricerca nel 2008 con uno studio sul tema dell’estraneità nella poesia italiana del primo Novecento, e sta per pubblicare una monografia teorica sulla critica tematica (Guida). Ha collaborato alla stesura di una bibliografia delle antologie di racconti italiani novecenteschi nell’ambito del progetto di ricerca di un gruppo di studio dell’Università di Pisa, i cui risultati verranno editi su un numero della rivista «Moderna», e ha scritto saggi su Auerbach, T. Mann, Pirandello, Salgari. Con questa antologia ritorna all'argomento della sua tesi di laurea, in cui aveva analizzato, a largo raggio, nella letteratura europea dell’Ottocento, la figura dell’esule.