Poggiata nel cuore del Mediterraneo, dove sono nate la Storia e la Civiltà, l’Italia è famosa nel mondo come luogo ideale per qualità della vita, bellezze ambientali, paesaggistiche, capacità e creatività, arte e letteratura, ricchezza della biodiversità e una vasta produzione di eccellenze agroalimentari. Una bella miscela che ha alla base le radici della cultura contadina. In tale contesto questo libro ci fa scoprire tre importanti regioni italiane: Piemonte, Lombardia e Sicilia, attraverso un ideale incontro conviviale, ovvero una cena con un menu rappresentativo della migliore tradizione enogastronomica di ciascuna di esse, con piatti e specialità presentati e commentati per metterne in rilievo l’origine, il contesto agricolo, le tracce e le correlazioni con la storia e con la letteratura.
Il contenuto prende spunto da tre incontri, una sorta di “cene letterarie”, dedicate a tali regioni, organizzate in precedenza dall’autore, Salvatore Vullo, che ci conduce in questo ideale ed emblematico viaggio, agevolmente e piacevolmente, grazie alla sua vasta conoscenza in campo agricolo e agroalimentare e al suo affinato stile narrativo già riscontrato in tante altre sue precedenti opere letterarie.
Il libro, in un modo originale, gustoso e curioso, ci fa conoscere queste tre regioni e la loro importanza agroalimentare, ma ha la capacità di proiettarci in altre dimensioni e farci provare forti sensazioni. Perché, come scrive nel prologo:

La terra, per ciascuno di noi, è quella dove affondano le nostre radici, la terra che ci ha plasmato e ci ha nutrito con i suoi prodotti. Perché il mangiare è uno dei processi più completi, non solo fisiologici, di sensi, di percezione, ma anche di conciliazione e riconciliazione, di appropriazione del mondo. Perché mangiare è anche una grande rappresentazione, un elogio del rito e della bellezza estetica della tavola apparecchiata, in modo tale che essa diventa il tempio degno di ospitare e rappresentare quello che non a caso viene chiamato “ogni ben di Dio”. E possiamo arrivare a comprendere il significato ampio del cibo e dei prodotti della terra, che ci riporta al “Gusto della vita”, di capire che cosa siamo, quali sono le nostre radici, quali valori intendiamo trasmettere. E parlando di cibo, del suo legame con la memoria, possiamo trasmettere qualcosa di bello, fare cultura.