“Piumla basa” è forse il “pregio-difetto” dei Cuneesi, esageratamente modesti e incapaci di auto esaltarsi. In questo spirito la nostra provincia ha poco celebrato personaggi che hanno dato tantis­simo all’Italia: Barbaroux, Borelli, Giolitti, Galimberti, Einaudi… e tanti altri, che non si citano perché l’elenco sarebbe molto lungo. Non sono i più famosi che si intendono ricordare in questo testo, ma quelli più facilmente caduti nell’oblio pur avendo contribuito alla crescita del nostro Paese spesso più di altri personaggi più noti. Per esempio: chi sa che la nostra provincia ha dato un imperatore romano elogiato da Machiavelli per onestà e coraggio, o che un cuneese ha salvato, impoverendosi, migliaia di vite per aver convinto i Piemontesi a cibarsi di patate fino ad allora considerate velenose (chiamate “radice del diavolo”), o ancora che fu un cuneese a portare al papa Pio IX la lettera con cui re Vittorio Emanuele II chiedeva di poter entrare pacificamente con l’esercito del neonato Regno d’Italia in Roma nel 1870, ingresso poi avvenuto pochi giorni dopo il non possumus con le armi? E tanti altri personaggi con episodi a volte insoliti o addirittura bizzarri.