Spesso penso come sarebbe stata la nostra vita senza la malattia di Marina, quante cose ci ha portato via, e al momento stesso quante altre ce ne ha insegnate.
Ho deciso di pubblicare questo diario per testimoniare una volta di più la forza devastante del cancro, una malattia che annienta nel corpo e nell’anima il paziente e riduce all’impotenza chi gli sta accanto.
Vorrei che venisse letto da molti operatori sanitari e che – dopo averlo letto – aumentasse in loro la consapevolezza della fragilità dei pazienti.