Leda Rafanelli visse una lunga vita di anticonformismo, militanza e scrittura. Ventenne, si spostò dalla provincia toscana in Egitto, si trasferì poi a Milano e infine a Genova. Anarchica e musulmana, editrice e scrittrice, femminista e pacifista, amica di Filippo Turati e di Pietro Gori, frequentò Carlo Carrà e Benito Mussolini, divenendo di entrambi fiera avversaria quando costoro, alla vigilia della prima guerra mondiale, scelsero il nazionalismo interventista. Autodidatta appassionata e intelligente, cominciò a scrivere bozzetti politici nel 1900 e pubblicò poi, in gran numero, opuscoli militanti, romanzi, racconti, poesie, prose ritmiche e fiabe. Nel romanzo autobiografico Memorie di una chiromante, inedito risalente agli anni tardi, Leda presenta se stessa e, insieme, una galleria di donne – inquiete, disperate, innamorate, incattivite – che si rivolsero a lei, ormai vecchia ma sempre eccentrica e indipendente, per ricevere responso e aiuto dalle scienze occulte: ebbero ogni volta, soprattutto, consigli di saggezza ed esortazioni a essere libere e dignitose, così come Leda era stata per tutta la sua esistenza.