A 150 anni dalla nascita e 75 dalla morte di Gabriele d’Annunzio, la sua produzione artistica continua a riservare “sorprese” e scoperte che spaziano da carteggi, scritti e opere più o meno compiute. Fra queste, Il fuoco nella pineta, ripresentato qui nella sua veste originaria, rappresenta un affascinante esempio nel quale convergono, oltre agli elementi bibliografici, aspetti biografici e storici che concorsero prima a frenarne la pubblicazione per circa 10 anni e successivamente a dettarne la “riscrittura” nelle pagine del Notturno. Rileggere e addentrarsi nel manoscritto rappresenta una sorta di incursione nel laboratorio dannunziano, nel suo modus scribendi e al contempo nei complessi avvenimenti che segnarono gli anni fra il 1911 e il 1921. Filo rosso, la metamorfosi di una mancata, ma potenziale, favilla che, dopo un decennio, vide la luce fra le ombre del Notturno.
Il curatore
Filippo Caburlotto è dottore di ricerca in Italianistica e filologia classico-medievale. Fra i suoi lavori, in preminenza incentrati sul periodo italiano ed europeo fin de siècle: D’Annunzio e lo specchio del romanzo (Cafoscarina, 2007), Libro segreto: D’Annunzio dall’autobiografia all’agiografia (“Studi novecenteschi”, 2, 2008), la curatela del Fuoco (Rizzoli, 2008), Venezia immaginifica (Elzeviro, 2009) e Gabriele d’Annunzio. Inediti 1922-1936 (Olschki, 2011). È ideatore e coordinatore scientifico del Progetto Archivio d’Annunzio - www.archiviodannunzio.it