Jolly offre con i suoi racconti l’occasione di una visione inedita delle cose, presentando avvenimenti all’apparenza incongrui proprio per svelare l’effettiva incongruità di un esistere che siamo troppo abituati a ritenere dato e indiscutibile. Lo fa sempre, in ogni caso, con una profonda umanità: la sua penna giudica come un retto tribunale dell’uomo, mai condannando al modo di un incomprensibile castigo divino. Nel suo narrare, egli si dedica a un minuzioso lavoro d’individuazione del male al fine di scioglierlo, disgregarne le fondamenta, animato in ciò da un principio di speranza che lo induce a giocare anche quando si sa che i dadi sono truccati (ed è lo stesso che gli permette d’immaginare, nonostante le sofferenze e le storture del mondo, un bacio cosmico come nel visionario finale di Labbra rosse sopra la terra). […]