Foto e fotografi braidesi.
Questi i due temi che caratterizzano il volume che avete tra le mani. La prima parte del libro è un affresco corale che omaggia i professionisti che hanno immortalato Bra e i suoi cittadini dalla metà dell’Ottocento alla fine del Novecento.
È a loro che si deve tanta parte della nostra memoria, di quella pubblica e di quella più intima e privata.
La seconda parte, invece, è un album che riunisce scatti diversi per epoca e contesto che evidenziano quanto il lavoro dei fotografi abbia documentato la società braidese (e i cambiamenti intervenuti nel tempo). Nelle foto selezionate, scolaresche di ogni ordine e grado, dall’asilo alle superiori, la leva e ritratti di famiglia. In totale sono oltre 1.800 i braidesi presenti nelle immagini pubblicate, con tanto di didascalia e presenza in indice.
Ciò che il cantautore Gian Maria Testa con afflato romantico e minimalista aveva definito «il lampo, soltanto il lampo di una fotografia» qui dispiega appieno il suo valore, storico e affettivo al contempo. Storico perché la fotografia da tempo è una fonte storiografica a tutti gli effetti, affettivo perché tanta parte della nostra memoria individuale, famigliare, collettiva è ancorata, consolidata e costantemente rilanciata dalle foto che, dopo aver fatto bella mostra di sé sulle mensole o riposato a lungo nei cassetti, tornano in vita in queste pagine.