Ermanno Raeli è il primo (e l’ultimo) romanzo di Federico De Roberto. Trascurato per molti anni dagli studiosi, meritava certamente una ripubblicazione, la prima dotata di curatela critica. Il suo protagonista si inscrive nel novero degli intellettuali inquieti e infelici che affollano il romanzo europeo del secondo Ottocento: diviso tra Sicilia e Germania, poeta fallimentare, filosofo irrisolto, nemmeno l’amore riesce a portare un po’ di luce nella sua vita, almeno fin quando appare la donna che sembra fatta apposta per lui. Ma l’amore, anche il più sincero, deve fare i conti con i condizionamenti derivanti da un passato che non vuole tramontare mentre, viceversa, tutt’intorno tramontano le illusioni.
Innervato da elementi autobiografici che gettano una luce talvolta inquietante sul “rimosso” del suo autore, Ermanno Raeli ha l’apparenza di un vieto romanzo sentimentale ma invece risulta sorprendente per la modernità “umoristica” e beffarda che lo caratterizza e che si gusta fino in fondo soltanto leggendone le due appendici aggiunte all’edizione del 1923, qui ristampata. Alla quale la presente edizione aggiunge quattro raccontini in cui si parla ancora di Ermanno Raeli.