Il vivace epistolario fra Luigi d’Isengard e Giovanni Pascoli risulta utilissimo, in primo luogo, per mettere a fuoco le circostanze che accompagnarono la composizione della musica da parte del maestro spezzino Carlo Alfredo Mussinelli per il Sogno di Rosetta, ovvero per l’unico tentativo di melodramma pascoliano andato a buon fine. Ma la corrispondenza fra i due interessa anche per ricostruire e integrare (rispetto a più noti carteggi e repertori biografici) le notizie intorno a un periodo fondamentale nell’arco della produzione pascoliana: quei primissimi anni del Novecento in cui i rapporti col “fratello maggiore e minore” d’Annunzio sono tesi come non mai e che collimano con la prolifica stagione dei Canti di Castelvecchio.
Il curatore
Antonio Zollino è nato nel 1961 a La Spezia; si è occupato a più riprese, in particolare, di autori quali d’Annunzio, Montale, Gadda e Tozzi. Ha pubblicato, fra l’altro, i seguenti volumi: Il vate e l’ingegnere. D’Annunzio in Gadda (ETS, 1998), La verità del sentimento. Saggio su Tre croci di Federigo Tozzi (Ets, 2005); I paradisi ambigui. Saggi su musica e tradizione nell’opera di Montale (Il Foglio, 2008 e 2009). Per «le drizze» di Nerosubianco ha curato la riedizione del volume di Carlo Linati Porto Venere. Imagini e fantasie marittime (2009). Attualmente insegna Letteratura italiana contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa.