Su invito dell’autore abbiamo deciso di riempire il consueto spazio promozionale con una breve autocritica al volume partorita dallo stesso Curreri. Noi pensiamo che voglia solo mettere le mani avanti, ma siamo per la democrazia e abbiam lasciato fare. Diciamo pure che ci ha supplicato.
«Questo libretto è un suicidio, prima di essere un infanticidio, un parricidio e tant’altro. È pieno di realtà ma anche di palle e forse farà girare le palle a qualcuno. Non sto cercando di diventare uno scrittore, uno vero, uno grande, ma solo di affrancarmi da un passato che non passa, ingenuità e bestemmie comprese.
Non ho una foto che invecchia al mio posto chiusa in un album di ricordi. Avevo questi racconti nel cassetto. Li ho tirati fuori. Volevo vedere a che punto d’invecchiamento erano. Li ho assaggiati. Colore chiaro, gusto pulito. L’editore l’ha bevuta. Cattiva lettura.»