Una chiesa: lo spazio ideale per trasformare il suono in memoria, per addolcire i passaggi musicali più impervi, per fondere, plasmare e nobilitare le cascate di note, per illuminare i vecchi registri d’organo di una luce calda, ambrata, sfumata dalle morbide tinte del Tempo. Una chiesa: un ambiente estremamente suggestivo, in cui spesso convivono volute architettoniche complesse, memorie più o meno leggibili di vecchi affreschi, arredamenti lignei che profumano di passato, e le cui pareti sono impregnate di echi, riflessi, voci e consonanze che è bello immaginare stratificati in un’impalpabile polvere di suoni. Una chiesa: il contesto più idoneo per ospitare una presenza pulsante e inescludibile: l’Organo, «soggetto vivente che cambia forma e stile di generazione in generazione», autentico «mistero strappato dall’uomo all’armonia del creato». Una chiesa… tante chiese… una città; ecco delinearsi un intrigante percorso tra navate e tribune, riverberi d’eco e note senza tempo, storiche volte e consunti fogli d’archivio, alla scoperta di un universo tanto interessante quanto ancora poco conosciuto ed esplorato: la storia, antica e affascinante, dell’arte organaria nella città di Cuneo.
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